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Piazza S. Giovanni 2, 10122 Torino
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In occasione del Solstizio d’Estate e della Festa della Musica 2019 (in programma il 21 giugno), nell’area archeologica di Industria (Città Romana di Industria presso Monteu da Po, Corso Industria, 10020 Torino) avrà luogo un evento a tema musicale in stretta connessione con il santuario delle divinità orientali Iside e Serapide, il principale complesso sacro della città romana di Industria. Il programma prevede:
CONTATTI
Telefono: 011/19524457
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Referente per l’ufficio dell’evento: dott. Alessandro Quercia
COORGANIZZATORI: Associazione culturale Athena
Uno studio condotto su antichissimi manufatti tessili della tomba di Kha e Merit (XV secolo a.C.), conservati al Museo Egizio di Torino, ha svelato elementi inediti relativi alla composizione dell’inchiostro che era utilizzato per scrivere sui tessuti. L’indagine nasce dall’esigenza di capire perché queste brevi iscrizioni fossero in parte corrose. Le analisi non invasive, effettuate da un gruppo di ricerca internazionale a cui ha partecipato anche questa Soprintendenza, hanno permesso di scoprire che è stato utilizzato un inchiostro a base di ferro, attribuibile alla famiglia degli inchiostri ferro-gallici, la cui introduzione è comunemente fatta risalire al III secolo a.C. Al contempo hanno permesso di ipotizzare la presenza di tannini che sarebbero responsabili della corrosione delle fibre, un dato molto utile ai fini della conservazione di questi preziosi manufatti, il cui aspetto sarà approfondito da future indagini.
Lo studio è pubblicato sulla rivista Scientific Reports: https://www.nature.com/articles/s41598-019-43655-z
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Nel 2015, durante la ristrutturazione di un edificio in via Albussano, sono stati rinvenuti i resti di una fornace, che sono stati indagati sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia del Piemonte. Della struttura, a pianta rettangolare e realizzata con pareti in argilla cruda, si conservano la camera di combustione e due prefurnia, ossia le gallerie interrate dove veniva posta la legna da ardere per creare il calore necessario a cuocere i manufatti ceramici. A causa della limitatezza dell’area di scavo, non era stato possibile accertare l’esatta estensione della fornace.
Nel 2018, durante lavori in uno stabile attiguo, è stato individuato uno degli angoli della fornace precedentemente rinvenuta. Le indagini archeologiche, condotte sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della città metropolitana di Torino, hanno permesso di accertare, quindi, la reale estensione della fornace e di acquisire nuovi dati sulla struttura e sulla sua cronologia. Si tratta di un complesso di grandi dimensioni, simile da punto di vista planimetrico e strutturale alle fornaci bassomedievali e rinascimentali già documentate nel centro di Chieri (via Tana, complesso di Sant’Antonio, via dei Molini). Le analisi archeomagnetiche, effettuate dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Torino e dall’Istituto Nazionale della Ricerca Metrologica grazie a un contributo del Comune di Chieri, hanno permesso di puntualizzare la cronologia dell’utilizzo della fornace di via Albussano, che si data tra il 1633 e il 1757. L’uso della fornace, che doveva verosimilmente produrre materiali da costruzioni (mattoni, tegole etc..) è quindi avvenuto in concomitanza con la realizzazione di alcuni edifici di un certo rilievo tra cui anche il complesso della chiesa e del convento di Santa Maria della Pace, ubicato a pochi metri dal luogo dove è stata rinvenuta la fornace.
Nella conferenza che si terrà il 16 maggio presso il complesso di San Filippo a Chieri, verranno presentati i risultati preliminari della ricerca archeologica su questa nuova scoperta che arricchisce le nostre conoscenze sulla produzione di manufatti ceramici nel territorio chierese. Questa attività doveva, infatti, essere particolarmente fiorente a Chieri in età medievale e rinascimentale come attesta l’analisi integrata di fonti documentarie ed evidenze archeologiche.
Sin dall’acquisizione da parte del FAI – Fondo Ambiente Italiano nel 1988 il Castello di Masino a Caravino (TO) è stato oggetto di innumerevoli e consistenti lavori che hanno interessato anche il parco e i rustici annessi. Ora è finalmente possibile affrontare in modo coerente e omogeneo il restauro del ciclo di affreschi del Castello, per valorizzare e raccontare un nuovo capitolo della famiglia Valperga, che ha abitato Masino per quasi mille anni e che nel tempo ha scritto la sua storia sulle pareti di ogni ambiente. Già nella fase preliminare di questo grande e complesso progetto di restauro sono state fatte scoperte eclatanti, che riguardano principalmente alcune stanze, in particolare il Salone dei Savoia, la Sala degli Stemmi, la Sala del Biliardo e la Sala dei Gobelins. La sala dedicata alla famiglia Savoia, infatti, ha già rivelato una sorta di “macchina del tempo”, una “via d’accesso” dall’Ottocento, epoca dell’allestimento della stanza voluto dalla contessa Eufrasia e finora mantenuto, al Seicento, secolo delle decorazioni nascoste dall’intonaco ottocentesco e ancora tutte da scoprire. Affreschi che, grazie al contributo di Deutsche Post Foundation, il FAI si impegna a restituire ai visitatori.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino, progetto di Associazione Torino, la Città del Libro e di Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, torna da giovedì 9 a lunedì 13 maggio 2019 per cinque giorni di sconfinati incontri e dialoghi intorno ai libri e alla lettura. Il tema della 32° edizione è Il gioco del mondo, titolo di una delle opere più influenti di Julio Cortázar, scrittore che ha fatto della mescolanza di culture la propria forza. Una delle novità di quest’anno è lo spagnolo, lingua ospite del Salone, tra le più parlate al mondo e capace quindi di unire popoli e paesi, da esplorare incontrando grandi autori provenienti dal Centro e Sud America.
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È stato svelato il “cuore” romanico del Santuario della Consolata di Torino. Oggi viene restituita una pagina quasi sconosciuta della storia della città: davanti a nostri occhi ricompare infatti l’architettura imponente della antica basilica conventuale di Sant’Andrea, che i monaci fuggiti da Novalesa ricostruirono intorno all’anno 1000 nell’angolo nord-occidentale della città medievale. E' emersa la muratura laterizia esterna scandita da lesene, fregi di archetti pensili e monofore, ma anche le decorazioni interne, animate da fregi policromi e da ieratiche figure di profeti e santi, ciascuna illustrata da un cartiglio. I risultati presentati oggi confermano la sopravvivenza di un’importante testimonianza del medioevo torinese, che richiede ancora - per essere a pieno conosciuta e restituita alla fruizione - un lungo lavoro di indagine, studio e restauro cui la Soprintendenza intende porre attenzione e impegno.
Dopo 240 giorni di cantiere, grazie al sostegno della Fondazione CRT, sono tornati alla luce gli affreschi delle prime campate della storica Chiesa di Sant’Andrea, costruita nell’XI secolo, su cui venne eretto nel 1675 l’attuale tempio Guariniano.
I lavori di recupero sono stati condotti dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” e sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino.
I lavori di restauro hanno interessato le murature dell’antica chiesa ancora conservate nella cosiddetta Cappella del Convitto. Sono stati rimossi gli intonaci e le coloriture moderne, facendo riemergere alcuni “gioielli” nascosti, risalenti all’epoca romanica, restaurati anche con l’ausilio del laser.
Sulla parete Sud è apparsa una grande figura dalla veste colorata, nell’atto di protendere una mano verso l’alto e reggere con l’altra un cartiglio. Le parole scritte rivelano la possibile identità del personaggio: il patriarca Abramo.
Sulla parete Nord sono comparse due grandi figure inquadrate da elementi architettonici, che recano in mano dei cartigli.
Alla sommità delle pareti, nelle fasce decorate, si riconoscono due volti: uno maschile con grandi occhi, naso affilato e barba, il cui copricapo ci dice che potrebbe trattarsi di un monaco, probabilmente San Benedetto, come suggeriscono alcune lettere rinvenute ai lati (i primi monaci della chiesa di Sant’Andrea erano proprio benedettini); l’altro volto, femminile, col capo velato, è caratterizzato da uno sguardo intenso.
Non si è lavorato però solo al romanico. Nel catino absidale, di probabile costruzione seicentesca, è stata riportata alla luce una decorazione floreale, a ghirlande e motivi vegetali, nascosta dalle più recenti ridipinture, le cui tracce erano state rilevate già con le prime indagini.
Questo importante scoperta è il traguardo di un percorso avviato nel 2009 dal Santuario, in collaborazione con le Soprintendenze del Piemonte, con il primo cantiere di indagini che ha portato alla luce significativi elementi dell’architettura e della decorazione della prima chiesa, un unicum nel panorama torinese.
Il cantiere attuale è frutto di una sinergia di forze istituzionali con diverse competenze formalizzata nel 2018 attraverso la redazione di un protocollo d'intesa che è stato congiuntamente firmato dalla Soprintendenza, dal Santuario della Consolata, dalla Curia Arcivescovile, dall'Università di Torino, dal Politecnico di Torino, dal Centro Conservazione Restauro “La Venaria Reale” e dalla Fondazione CRT. E' stato istituito un gruppo di lavoro composto da funzionari, docenti, tecnici e da liberi professionisti per valutare procedure e metodologie di intervento in vista della definizione di un piano di restauri complessivo, da cui ha preso avvio la fase più operativa del cantiere che ha condotto a questi ritrovamenti.
REFERENTE PER L'UFFICIO: arch. Alessandra Gallo Orsi
Piazza della Consolata, 10122 Torino TO
+39 011/5220411
+39 011/4361484
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Dopo il successo della mostra Genio e Maestria. Mobili ed ebanisti alla corte sabauda tra Settecento e Ottocento e in seguito al prezioso ritrovamento da parte dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino di uno straordinario arredo facente parte delle collezioni d’arte di Palazzo Chiablese (Torino), la Reggia di Venaria presenta nelle Sale dei Paggi una piccola ma significativa raccolta di opere di Pietro Piffetti.
“Primo ebanista del Re”, torinese di nascita (1701-1777), Piffetti seppe assecondare e aggiornare il gusto dell’arredo a partire dall’estremismo decorativo dei suoi esordi sino alla più equilibrata quiete espressiva degli ultimi lavori della sua piena maturità creativa.
I manufatti provenienti da Torino (collezione Intesa Sanpaolo, Musei Reali-Palazzo Reale, chiesa di San Filippo Neri, Palazzo Chiablese) e Venezia (Ca’ Rezzonico), e restaurati dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, dimostrano l’attenzione che la corte sabauda ebbe nel promuovere per tutto il XVIII secolo la realizzazione di alcuni tra i più conosciuti e amati capolavori d’arte.
La mostra costituisce pertanto un ulteriore tassello conoscitivo e di indagine rispetto ad uno dei più capaci e prolifici “maestri del legno” del Settecento europeo.
REFERENTE PER L'UFFICIO: dott. Mario Epifani
COORGANIZZATORI
Consorzio delle Residenze Sabaude con il contributo di Intesa Sanpaolo
LINK DELLA STRUTTURA CHE OSPITA L'EVENTO
Reggia di Venaria, Sale dei Paggi – Piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (TO)
+39 011/5220411
+39 011/4361484
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COMMISSIONE DI GARANZIA PER LA QUALITÀ DELLE OPERE CIMITERIALI DELLA CITTÀ DI TORINO
UNIVERSITÀ E POLITECNICO DI TORINO
con il Patrocinio di
Città di Torino, AFC, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Torino, Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Torino
Presentano il seguente ciclo di Seminari:
PROF.SSA ANNALISA DAMERI
“Onorare i defunti” I cimiteri nel XIX secolo. Ricerca formale e istanze igienico sanitarie
Mercoledì, 20 giugno 2018, ore 15.30
PROF. MARCO DEVECCHI
Il verde cimiteriale. Un patrimonio prezioso per la comunità torinese
Mercoledì, 11 luglio 2018, ore 15.30
ARCH. LISA ACCURTI - PROF. MARCO ZERBINATI
Tutela e restauro del patrimonio culturale cimiteriale. Studi ed esperienze per un protocollo di monitoraggio e intervento
Mercoledì, 19 settembre 2018, ore 15.30
ARCH. BRUNO MARTENA
La pianificazione urbanistica delle aree cimiteriali
Mercoledì, 10 ottobre 2018, ore 15.30
PROF. FRANCO MARCHISIO
Espressione artistica e scultorea nei cimiteri
Mercoledì, 14 novembre 2018, ore 15.30
DOTT.SSA RENATA SANTORO
Fruizione e valorizzazione dei Cimiteri della Città di Torino
Mercoledì, 12 dicembre 2018, ore 15.30
Sala dello Zodiaco del Castello del Valentino (TO)
+39 011/5220403
+39 011/4361484
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