ARCHIVIO STORICO
Gli archivi storici della attuale Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Torino conservano i documenti relativi all’organizzazione, al funzionamento ed all’attività degli uffici di tutela sul territorio, dalla loro istituzione agli anni centrali del Novecento: rispecchiano l’evolversi della legislazione del settore culturale ed il conseguente assetto degli uffici che assumono diverse intitolazioni ed articolazioni territoriali differenti nel corso del tempo, con specializzazioni settoriali delle competenze ora riunite dall'ultima riorganizzazione, con conseguente necessità di gestione unitaria degli archivi.
I fondi archivistici comprendono il cosiddetto “archivio d’Andrade” e l’“archivio Gabrielli”.
In sintesi, il primo comprende fascicoli, disegni e fotografie relativi alla “Regia Delegazione per la conservazione dei Monumenti del Piemonte e della Liguria”, ufficio diretto fino al 1915 da Alfredo d’Andrade (da cui il nome dell’archivio), costituito inizialmente come Commissione per i restauri del Palazzo Madama di Torino, con registro di protocollo attivo dal 20 marzo 1884. I documenti arrivano fino a circa il 1953, quando era operativa la Soprintendenza ai Monumenti del Piemonte diretta, a partire dal 1940, dall’architetto Vittorio Mesturino. In tale arco cronologico si susseguono alla direzione dell’ufficio con incarichi non sempre consequenziali l’ingegnere Cesare Bertea (dal 1916 al 1932), l’archeologo Gioacchino Mancini (dal 1933 al 1936), lo storico dell’arte Carlo Aru (dal 1936 al 1939). L’archivio è attualmente in riordino, ma sussistono elenchi dei materiali che rendono possibile la consultazione.
Il secondo riunisce la carte prodotte dall’allora “Regia Soprintendenza all’Arte Medioevale e Moderna” a partire dagli anni Venti del XX secolo fino al 1966, anno del collocamento a riposo della Soprintendente, Noemi Gabrielli che succede nel 1952 alla direzione dell’ufficio diretto da Carlo Aru dal 1934 ed, in precedenza, da Guglielmo Pacchioni (dal 1923 al 1933) e da Alessandro Baudi di Vesme (1895-1923) già direttore della Regia Pinacoteca (poi Galleria Sabauda). L’area territoriale di riferimento comprendeva anche le province liguri ed Aosta, separate da Torino rispettivamente nel 1939 e nel 1948, ove rimane la “Soprintendenza alle Gallerie”, da cui dipendevano la Galleria Sabauda e dal 1956 l’Armeria Reale. Le carte sono inventariate per categorie, classi e fascicoli.
Modalità di accesso
L’accesso del pubblico è consentito previa autorizzazione del Soprintendente: gli interessati devono inviare per posta o per e-mail una richiesta di consultazione in carta libera contenente le proprie generalità, il telefono, l’indirizzo mail, l’argomento ed il motivo della ricerca mentre per gli studenti è consentito l’accesso solo per le ricerche connesse allo svolgimento della tesi di laurea specialistica previa presentazione di una lettera controfirmata (o presentata direttamente) dal docente relatore, secondo il modulo allegato: l’Ufficio comunica l'autorizzazione alla consultazione, con le modalità previste.
L'eventuale riproduzione dei documenti può essere effettuata ai sensi della circolare n.15 del 20 maggio 2014 della Direzione Regionale, che prevede la possibilità di realizzare fotografie e riprese amatoriali delle opere, previa presa visione della stessa circolare con sottoscrizione, mentre per la pubblicazione di immagini tratte dal materiale contenuto nell'archivio deve essere acquisita specifica autorizzazione per la riproduzione e l'uso delle immagini.
Particolari condizioni di accesso sono previste per i funzionari Mibact che lavorano presso Palazzo Chiablese.