Uno studio condotto su antichissimi manufatti tessili della tomba di Kha e Merit (XV secolo a.C.), conservati al Museo Egizio di Torino, ha svelato elementi inediti relativi alla composizione dell’inchiostro che era utilizzato per scrivere sui tessuti. L’indagine nasce dall’esigenza di capire perché queste brevi iscrizioni fossero in parte corrose. Le analisi non invasive, effettuate da un gruppo di ricerca internazionale a cui ha partecipato anche questa Soprintendenza, hanno permesso di scoprire che è stato utilizzato un inchiostro a base di ferro, attribuibile alla famiglia degli inchiostri ferro-gallici, la cui introduzione è comunemente fatta risalire al III secolo a.C. Al contempo hanno permesso di ipotizzare la presenza di tannini che sarebbero responsabili della corrosione delle fibre, un dato molto utile ai fini della conservazione di questi preziosi manufatti, il cui aspetto sarà approfondito da future indagini.
Lo studio è pubblicato sulla rivista Scientific Reports: https://www.nature.com/articles/s41598-019-43655-z