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EVENTUALE ORARIO DI APERTURA
CATALOGO
Il Servizio si occupa della catalogazione scientifica dei beni archeologici, mobili e immobili di competenza della Soprintendenza secondo i parametri dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD).
Sono presenti tre sezioni:
SEZIONE BENI ARCHITETTONICI
Attualmente i beni culturali catalogati (immobili, settori, urbani, parchi e giardini e disegni), costituenti il patrimonio cartaceo dell’Ufficio Catalogo della già Soprintendenza per i beni architettonici e ambientali del Piemonte (complessivi degli attuali tre Istituti SABAP-TO, SABAP-NO e SABAP-AL) sono archiviati presso Palazzo Chiablese.
Il materiale cartaceo archiviato (circa 25500 unità, di cui 8200 relative alla città di Torino e Provincia) comprende:
- schede “Lange” , censimenti curati da Augusta e Guglielmo Lange a partire dalla fine del secondo
Conflitto Mondiale;
- schede A di tipo inventariale (I) di tutti gli immobili di competenza notificati ai sensi delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, eseguite negli anni ‘90 preliminarmente e durante la campagna di schedatura denominata "Operazione Emergenza" condotta non solo per il rilevamento completo dei beni sottoposti a vincolo, ma anche nell'ottica di acquisire informazioni utili al rinnovo dei decreti di vincolo sprovvisti di dati circostanziali relativi alla proprietà e di dati topografici;
- schede A di catalogo (C) redatte tra il 1970 e il 2000 dei più significativi edifici sia pubblici che privati, corredate di documentazione grafica e fotografica. Una sezione a parte comprende le schede relative ad alcune zone a rischio sismico del Pinerolese;
- schede I.P.C.E. “Inventario di protezione del patrimonio Culturale Europeo” redatte negli anni ‘70 e relative ai centri storici urbani del Piemonte;
- schede PG relative ai parchi e giardini;
- schede SU relative ai settori urbani;
- schede T relative ai settori territoriali;
- schede TP relative alle tipologie extra-urbane;
- schede DESC di tipo A e SU, redatte ai fini della valutazione dell’interesse culturale delle aree di trasformazione, ex aree industriali, previste dal P.R.G. della città di Torino;
- schede L.R. 84/90 “Progetto dalle Alpi alle Piramidi” di tipo A, T, TP, SU, CS relative a specifiche aree territoriali ( Monregalese, Antico Marchesato di Ceva, Antico Principato del Piemonte; vallate del Cuneese; collina di Torino e aree territoriali dei Comuni di Gavi, Carrosio e Voltaggio) realizzate negli anni ‘90 utilizzando il sistema informativo Guarini della Regione Piemonte, nato ai fini di migliorare la definizione dei programmi di intervento, salvaguardia e valorizzazione;
Sono altresì raccolti i documenti amministrativi relativi alle molteplici campagne di catalogazione effettuate nel tempo, a partire dagli anni ‘80.
Infine, sono custoditi gli indici cartacei delle schede raccolte ed i negativi delle fotografie allegate alle schede di tipo A, AI, SU, PG, T, TP.
A partire dal 2010 l’Ufficio ha intrapreso un lavoro di digitalizzazione, tutt’ora in corso, attraverso il riversamento in SIGECWEB - Sistema Informativo Generale del Catalogo di tutto il patrimonio cartaceo prodotto. Ad oggi la banca-dati in SIGECweb relativa ai beni immobili del territorio di competenza della Soprintendenza ABAP della Città Metropolitana di Torino, comprende n. 721 schede A.
Per l'anno in corso è stata attivata per la prima volta la campagna di catalogazione dei "Contenitori fisici" (schede C.F. 4.00) dei "Contenitori giuridici" (schede C.G. 4.00)
SEZIONE BENI ARCHEOLOGICI
in costruzione
SEZIONE BENI STORICO ARTISTICI
L’art. 17 del Codice dei beni culturali (d.lgs. 42 del 22.1.2004) sancisce l’importanza della catalogazione come momento essenziale della tutela del patrimonio culturale. La Soprintendenza svolge il compito di programmare, attivare e collaudare le campagne di catalogazione finanziate dal Ministero per i Beni e le Attività culturali sui beni storico artistici conservati nel territorio piemontese. Fornisce anche indicazioni di metodo per le campagne di catalogazione promosse da Enti, Istituti e personalità giuridiche e ha nel tempo strutturato una collaborazione fattiva con la Regione Piemonte per la conduzione delle campagne catalografiche con fondi regionali svolte a partire dal 1992 col SW Guarini (Guarini Patrimonio Culturale).
La catalogazione viene svolta secondo gli standard e le normative emanate dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. Il database dell’Ufficio Catalogo contiene 105.906 schede, in gran parte frutto della digitalizzazione svolta a partire dal 2000 dapprima con fondi messi a disposizione dalla Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo di Torino e successivamente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Ogni scheda è dotata di informazioni strutturate collegate ad una o più immagini fotografiche in bianco nero; a seconda del livello di approfondimento della scheda si possono avere informazioni di tipo anagrafico (dove è conservato l’oggetto, la sua identificazione, datazione e la materia di cui è costituito) o più approfondite con la descrizione dell’oggetto, del suo stato di conservazione, con un approfondimento storico – critico con riferimenti bibliografici e identificazione dell’autore dell’opera. Proprio la schedatura degli autori, forte ad oggi di ben 5951 record in continua crescita, può fornire un ottimo supporto ai ricercatori insieme ovviamente alla consultazione delle schede collegate che riguardano queste tipologie di opere:
n. 90316 oggetti storico artistici (schedati col modello OA)
n. 5566 incisioni (schedate col modello S)
n. 1564 beni demoetnoantropologici (schedati col modello BDM)
n. 1114 fotografie (schedate col modello F)
n. 1311 organi musicali (schedati col modello SMO)
n. 84 beni numismatici (schedati col modello N)
Il database catalografico della Soprintendenza, sebbene cospicuo, è comunque ben lungi dal coprire interamente il patrimonio storico artistico piemontese perché le campagne catalografiche sono state condotte alla luce dei ridotti finanziamenti ministeriali, diminuiti notevolmente in anni recenti e sulla base delle urgenze di tutela che andavano via via presentandosi sul territorio; solo in rari casi è stato così possibile affrontare sistematicamente la conoscenza del territorio. Ciò nonostante per qualità e quantità la mole di dati messa a disposizione costituisce uno strumento fondamentale sia per l’esercizio della tutela della Soprintendenza stessa, sia per la conoscenza e valorizzazione dei beni storico – artistici conservati in Piemonte. E’ infatti uno straordinario repertorio ragionato di dipinti su tela e tavola, altari in marmo e legno scolpito, paliotti in tessuto o scagliola, sculture scolpite in legno o in marmo, calici, pissidi, turiboli in argento, carteglorie, leggii, candelieri, arredi lignei e organi risalenti ad un arco cronologico compreso tra il XII secolo e i primi decenni del Novecento. Dal 1998 il bagaglio catalografico della Soprintendenza è stato integrato dalla poderosa campagna di censimento dei beni ecclesiastici promossa dalla Cei condotta in Piemonte dalle singole Diocesi ove è consultabile, ad oggi solo in parte ultimata e validata dal Ministero con l’attribuzione dei numeri di catalogo generale.
Le schede cartacee possono essere consultate per fini scientifici, per tesi di laurea, ricerche, pubblicazioni, previa compilazione dell’apposita modulistica.
RESPONSABILE:
Manuela Pratissoli
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I beni culturali entrano a fare parte del patrimonio culturale nazionale a seguito di specifici procedimenti amministrativi previsti dagli artt. 12 (Verifica) e 13 (Dichiarazione) e 45 (Tutela Indiretta) del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. 42/2004).
I beni mobili e immobili di proprietà privata sono sottoposti alle disposizioni di tutela del Codice dei beni culturali e del paesaggio, parte II del D.lgs 42/2004 solo se oggetto di uno specifico provvedimento di “dichiarazione di interesse culturale” (cosiddetto “vincolo”, ai sensi dell’art. 10 comma 3 e art. 13 Codice dei beni culturali e del paesaggio). Valutata l’eventuale presenza dei requisiti di interesse previsti, la Soprintendenza, anche a seguito di istanza del privato proprietario (Modulistica/Provvedimenti di Tutela/Emanazione nuovo provvedimento), comunica l’avvio del procedimento, anche su motivata richiesta della Regione e di ogni altro ente territoriale interessato, a tutti i proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo del bene, i quali possono intervenire nel procedimento mediante accesso agli atti ed eventualmente produrre memorie entro 80 gg. dal ricevimento della nota.
Successivamente la proposta di dichiarazione di interesse culturale e la bozza del decreto viene trasmessa alla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale, istituita con DPCR 29 agosto 2014 n. 171, presieduta dal Segretario Regionale, che procede con la firma e repertorio del provvedimento finale.
L'Ufficio Vincoli della Soprintendenza cura la notifica del provvedimento ai proprietari e la successiva trascrizione all'Agenzia del Territorio competente per i beni immobili.
Per quanto riguarda invece i beni mobili e immobili di proprietà pubblica (enti pubblici territoriali e non territoriali, enti ecclesiastici e istituti religiosi, persone giuridiche private senza fine di lucro), che siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga a oltre settanta anni, essi risultano sottoposti ope legis alle disposizioni di tutela del Codice dei beni culturali e del paesaggio, parte II, fino a che non sia stata effettuata la procedura di verifica dell’interesse culturale (art. 12 Codice dei beni culturali e del paesaggio). In caso di esito positivo della verifica il bene è definitivamente sottoposto alla disciplina di tutela, mentre l’esito negativo comporta l’esclusione del bene medesimo dalla disciplina prevista per i beni culturali.
Per accertare l’esistenza di vincoli su un bene è possibile inoltrare apposita richiesta all’Ufficio (Modulistica/Provvedimenti di Tutela/Verifica di Sussistenza)
Nel caso di beni immobili, si può accertare l’esistenza di vincolo verificandone la presenza sull’elenco degli immobili vincolati reperibile in questo sito.
Dal momento in cui un bene assume formalmente lo status di bene culturale, esso entra a far parte del patrimonio culturale della collettività e rimane sottoposto alle disposizioni di tutela previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs. 42/2004 e s.i.m.).
In particolare:
Sono altresì soggetti ad autorizzazione le costituzioni di ipoteca e di pegno ed i negozi giuridici che possono comportare l’alienazione dei beni culturali. (artt. 54-57). Le stesse disposizioni si applicano anche alla concessione d’uso e alla locazione degli immobili pubblici di interesse culturale (art. 57 bis). Le prescrizioni e le condizioni contenute nell’autorizzazione devono essere riportate nell’atto di alienazione.
UFFICIO ESPORTAZIONE
Gli Uffici di Esportazione, istituiti e disciplinati dal Capo IV del R.D. 3164 del 31.12.1923 e dal D.P.R. 28.07.1967, rivestono la funzione di controllo sulla circolazione dei beni in entrata e in uscita dal territorio nazionale. Autorizzano l’esportazione di opere ovvero la vietano per quei beni, la cui uscita dal territorio nazionale costituirebbe un danno per il patrimonio culturale nazionale.
Svolgono altresì attività di controllo – consulenza sulle opere provenienti dai Paesi Terzi. Tale attività implica un assiduo raccordo operativo con gli uffici doganali e con il territoriale Nucleo di Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri.
La modalità procedura è digitale (Sistema ministeriale SUE), con la sola deroga per le istruttorie relative a trasferimenti temporanei di opere che partecipano ad eventi espositivi. L’utilizzo del Sistema avviene attraverso l’accreditamento dell’utente all’indirizzo: https://sue.beniculturali.it/
Il sistema genera per ogni utente un codice di registrazione e successivamente fornisce una password operativa (la procedura viene costantemente monitorata dall’Ufficio che fornisce collaborazione in ciascuna delle fasi operative).
Le istanze, stampate e opportunamente firmate, vanno consegnate all’Ufficio in duplice copia con corredo fotografico a colori.
La trattazione delle istruttorie aventi ad oggetto opere con più di settant’anni decorre dalla data di accertamento con un termine massimo di 40 giorni. I termini di trattazione delle istruttorie aventi ad oggetto opere d’arte contemporanee (con meno di settant’anni o di autori viventi) decorrono dalla data di consegna della documentazione cartacea opportunamente firmata con espletamento in massimo 30 giorni.
DIRETTORE: Valeria Moratti
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COLLABORATORI: Fabio Olivieri, Anna Abbona
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UFFICIO MOSTRE
La Soprintendenza, al fine di poter autorizzare la richiesta di prestito avanzata dalla proprietà (Ente pubblico, Ente ecclesiastico, Fondo Edifici di Culto, proprietà privata con decreto di vincolo), deve fare pervenire almeno 4 mesi prima della data di inaugurazione della mostra/evento culturale, come richiesto dalla normativa vigente, lettera di assenso, elenco di tutte le opere esposte, scheda conservativa di prestito, piano scientifico e organizzativo della mostra, condizioni climatico-ambientali e di sicurezza della sede espositiva. Nel caso in cui il bene da prestarsi fosse richiesto all’estero è indispensabile, oltre alla documentazione sopra citata, garanzia scritta di reimportazione dello stesso da parte dell’Ente organizzatore e dichiarazione dello stato giuridico da parte della proprietà.
Qualora la documentazione richiesta (elenco delle opere esposte, piano scientifico e organizzativo della mostra, condizioni climatico-ambientali e di sicurezza della sede espositiva) non pervenga dalla proprietà, deve essere cura dell’Ente organizzatore fornirla alla Soprintendenza.
L’Ufficio Mostre, una volta acquisita la documentazione ed espresso parere, avvia la richiesta di autorizzazione al superiore Ministero al fine di ottenere l’autorizzazione di rito e successivamente di informare la proprietà dell’avvenuta autorizzazione.
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