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SOPRINTENDENZA

SOPRINTENDENZA (3)

Sabato, 22 Settembre 2018 11:21

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ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO

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Mercoledì, 02 Agosto 2017 09:30

DOVE SIAMO

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DOVE SIAMO


 

Palazzo Chiablese chiude ad ovest con la sua mole severa la piazza antistante il Palazzo Reale, protendendosi fino alla guariniana Chiesa di S. Lorenzo.  Dal 1960, anno in cui se ne completò il restauro dopo i pesanti danni bellici, ospita la sede della Soprintendenza.

Fu eretto, presumibilmente riplasmando preesistenti edifici medievali, alla fine del XVI secolo, quando il duca Emanuele Filiberto volle rinnovare la piazza centrale della sua nuova capitale e ne commissionò il disegno ad Ascanio Vittozzi. 

La prima proprietà fu della marchesa Beatrice Langosco di Stroppiana e del consorte Francesco Martinengo di Malpaga, che l’avevano ricevuto in dono dal  duca di Savoia; all’inizio del XVII secolo ospitò il Cardinale Pietro Aldobrandini, invitato a Torino da Carlo Emanuele I per presenziare ai matrimoni delle sue due figlie, Margherita e Isabella di Savoia e per superare le discordie tra il Ducato sabaudo e la Francia in ordine al possesso del Marchesato di Saluzzo. Nel 1642 fu la residenza del cardinale Maurizio di Savoia Carignano, che sposò Maria Ludovica, figlia di Vittorio Amedeo I; alla morte di quest'ultima accolse alcuni appartamenti a servizio della corte reale.

Nel 1753 Carlo Emanuele III destinò il palazzo al figlio Benedetto Maurizio, duca del Chiablese, natogli dalla terza moglie, Elisabetta di Lorena ed affidò all’architetto di corte , Benedetto Alfieri, l’incarico di rinnovarne ed estenderne gli appartamenti; l’intervento alfieriano, che comportò la parziale demolizione e la sopraelevazione dell’edificio preesistente conferì a Palazzo Chiablese l’aspetto attuale: attraverso un portone monumentale aperto sulla sobria facciata, in laterizio si accede ad un atrio porticato con colonne e pilastri in pietra e volte a crociera, per poi addentrarsi nei due cortili interni, divisi da una manica centrale (1761). Un portico ed una soprastante galleria lo connettono con il Palazzo Reale. 

Un maestoso scalone in marmo (1753/54) conduce al piano nobile, ricco di arredi, stucchi realizzati dal Sanbartolomeo, pavimenti in legno intarsiati, boiseries dipinte, camini in marmo, specchiere, sovrapporte attribuite a Michele Rapous, al De Mura, al romano Gregorio Guglielmi, testimonianze tuttora eloquenti del fasto della vita di corte (1756/58 il primo appartamento; 1760/62 il secondo appartamento). 

Alla morte del duca Benedetto Maurizio, avvenuta a Roma nel 1808,  il palazzo ospitò gli uffici per la "Commissione esecutiva" dell’ occupazione francese,  formata da Carlo Botta, Carlo Bossi e Carlo Giuli (dei "tre Carli"). 

Nel 1814 il Palazzo ritornò alla duchessa del Chiablese, vedova di Benedetto Maurizio, quindi, dal 1824, divenne proprietà del re  Carlo Felice, che lo preferì al contiguo Palazzo Reale, abitandovi fino alla morte. Alla sua morte passò al duca di Genova, Ferdinando, secondogenito del re Carlo Alberto, e rimase al ramo Savoia Genova per tre generazioni.  Nel 1851 vi nacque Margherita, figlia di Ferdinando e Maria Elisabetta di Sassonia, prima regina d'Italia.

Durante la seconda guerra mondiale fu ripetutamente colpito da ordigni e spezzoni incendiari che ne distrussero tetti e solai, devastando parte degli appartamenti; completati i restauri   vi vennero trasferiti dal Palazzo Carignano gli uffici della Soprintendenza, che aveva provveduto alla difficile opera di ricostruzione.

 

 

 

 

 

COME RAGGIUNGERE CON I MEZZI PUBBLICI

Fermata 243 Duomo - Polo Reale: 11 - 4 - 27 - 57 - 19 - 92 - 7 - 51

Mercoledì, 02 Agosto 2017 09:30

CHI SIAMO

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CHI SIAMO


 

L’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana afferma che lo Stato”… promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” Il compito di esercitare la tutela è affidato al Ministero dei beni e delle attività culturali , che opera sul territorio attraverso le Soprintendenze.

La Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino è stata istituita con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 agosto 2014, n. 171 (Organizzazione Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), modificato dal D.M. 14 gennaio 2016.

Ha il compito di assicurare nel territorio della città e della città metropolitana la tutela dei beni archeologici, architettonici e storico-artistici e del paesaggio, attraverso una serie di azioni che sono descritte in dettaglio dall’art. 4 del D.M 23 gennaio 2016.

 

STORIA

L’intento di istituire uffici pubblici incaricati della conservazione e del restauro dei monumenti e della tutela delle “belle arti” si afferma in Italia fin dalla costituzione dello Stato unitario, nel 1861.

La storia della loro creazione si intreccia, tra il 1861 ed i primi decenni del Novecento,  con quello della promulgazione delle leggi di tutela e con il procedere del dibattito culturale in materia di restauro e conservazione dei monumenti.

Nel 1867 viene  istituita presso il Ministero della Pubblica Istruzione una “Giunta” o “Divisione” delle Belle Arti, poi divenuta nel 1874 Consiglio Centrale di Archeologia e Belle Arti, da cui dipendono nelle diverse province del Regno “Commissioni conservatrici dei monumenti e delle opere d’arte”.  Nel 1875 nasce la Direzione Generale degli Scavi e dei Musei, dal 1881, Direzione Generale di Archeologia e Belle Arti,  da cui dipendono “Prefetture” o “Ispettorati” locali.

Con un Decreto Ministeriale del 29 novembre 1884 vengono poi definite le Delegazioni Regionali per i Monumenti Nazionali, individuando quale Regio Delegato per la Conservazione dei Monumenti per il Piemonte e la Liguria Alfredo d’Andrade. Nel 1891 un nuovo provvedimento organizzativo istituisce gli Uffici Regionali per la Conservazione dei Monumenti, affidando nuovamente ad Alfredo d’Andrade quello preposto al territorio del Regno sabaudo pre-unitario, comprendente il Piemonte, la Liguria e (fino al 1908) anche  il territorio pavese oltre il Ticino. Nel 1907 una nuova norma,  che fa seguito alla legge di tutela del 1902 ed aggiorna l’organizzazione degli uffici, introduce per la prima volta il termine di Soprintendenza:  nascono  le Soprintendenze  ai Monumenti, ai Musei e agli Scavi di Antichità, alle Gallerie ai Musei ed agli oggetti d’Arte Medievale e Moderna, poi detta alle Gallerie

La stessa legge introduce il Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti, un termine da allora ampiamente usato per definire il patrimonio culturale ed oggi nuovamente utilizzato per denominare i nuovi uffici di tutela, che acquistano competenza sull’intero patrimonio: archeologico, architettonico, storico-artistico e archeologico.

Dagli anni ‘40 del Novecento  la Soprintendenza ha sede all’interno di Palazzo Chiablese

 

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